Senza vergogna.
Pubblicare con grande evidenza una mezza pagina pubblicitaria su grandi quotidiani italiani con lo slogan: “la sperimentazione fa diventare ciechi”. Questa è l’ultima bravata della LAV, una associazione che ha insita nel suo acronimo la bugia.
Una associazione che si chiama Lega Anti Vivisezione, pratica vietata per legge da decenni, non può che essere propagatrice di fake news, come quella che i macachi del progetto LightUp saranno resi ciechi, falsità portata avanti fino ad oggi nonostante le dettagliate smentite delle due Università coinvolte.
C’è da vomitare leggendo il testo che accompagna questa pubblicità: “Ci battiamo per la tutela degli animali e dei malati”. Dei malati? Quelli che grazie ai loro ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato sono costretti ad aspettare un anno in più la soluzione alla loro – questa si – cecità.
È insultante e orribile che la LAV abbia scelto questo slogan “la sperimentazione fa diventare ciechi” proprio quando la ricerca si chiama “Light Up” (in italiano suona come “accendere la luce”) e si propone di restituire la vista a chi cieco è davvero.
La LAV potrebbe usare meglio i tanti soldi spesi per queste pubblicità facendo vera ricerca su quelli che chiama “metodi sostitutivi”, che sostituitivi non sono -altra bugia- ma semmai complementari alla sperimentazione animale. Oppure pagando una borsa di studio di un anno ad un ricercatore da impegnare su questi metodi!
Invece indugia con la propaganda, con il chiaro obbiettivo di condizionare un giudice che domani sarà chiamato a decidere sul futuro di un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea e considerato strategico.
Da ricercatore sono esterrefatto, da uomo avvilito. Tentato dal seguire i tanti colleghi che sono andati a lavorare all’estero per non dover subire questa vessazione e questa burocrazia.
Ma forse non lo farò. Perché impoverirei ancora di più il mio Paese, perché la darei vinta a quelli del tanto peggio tanto meglio. Sarebbero “felicetti”. E questo non lo vorrei mai.
Il Ricercatoro
Buon giorno, ho letto qualcosa sulla diatriba, non sono laureata(un banale diploma di scuola magistrale) e non sono neanche iscritta alla LAV ma, onestamente se avessi un macaco per amico soffrirei le pene dell’inferno nel saperlo nelle vostre mani.
Se non le avete viste vi consiglio caldamente la visione delle foto nei seguenti links:
https://cinaoggi.it/2014/01/16/immagini-rare-dei-mostruosi-esperimenti-dell-unita-731-sui-cinesi-e-russi-seconda-parte-sconsigliamo-la-visione-ad-un-pubblico-sensibile/
E’ quello il traguardo?
Mi dispiace che persone dalle menti acute non capiscano che come discendenti delle scimmie non abbiamo alcun diritto di utilizzare i nostri simili e gli animali per i nostri brutali e venali scopi. Non dico altro, non ho parole adatte per esprime quello che provo, ma forse non servirebbero a nulla.
Gentile Maria Rosina,
grazie per il messaggio: ritengo che il civile dialogo sia l’unica strada per risolvere le controversie quindi apprezzo davvero molto il fatto che si sia presa del tempo per scriverci.
No, il nostro traguardo non è assolutamente quello di tornare indietro a quelle epoche ma di andare avanti e arrivare al più presto possibile a non dover più nemmeno sperimentare su altri animali. Il nostro obiettivo è quello di far progredire la scienza nel massimo rispetto possibile dell’etica. Per fare questo però la prima cosa necessaria è eliminare le menzogne e discutere dei fatti per quello che sono. Non può bastare il denaro che permette di fare una pubblicità a pagamento a modificare la realtà! La realtà oggi è che abbiamo purtroppo, in molti casi, solo due possibilità: testare direttamente sull’uomo (come nelle orribili immagini del link) o utilizzare modelli animali. Non dobbiamo accettare l’inganno che sostiene che si possa fare diversamente e quindi su questo punto dobbiamo confrontarci. Quello del link che ci ha mandato è il traguardo di chi non vuole più permettere l’utilizzo dei modelli animali, non il nostro!