È stato di recente assegnato il premio IPAM-Farmindustria 2023, rivolto a giovani ricercatori e ricercatrici per lavori che contribuiscano allo sviluppo o al perfezionamento di metodi alternativi, secondo il principio delle 3R
Replacement, Reduction, Refine sono le 3R che guidano la ricerca scientifica, con particolare riferimento all’uso dei modelli animali. Anche senza contare la quarta R che si è aggiunta in tempi più recenti (il principio delle 3R è stato formulato dagli accademici Rex Burch e William Russel nel 1959) e che riguarda il concetto di rehoming, cioè il riportare ove possibile gli animali al loro ambiente naturale o favorirne l’adozione, questi tre concetti già contengono importanti principi per ridurre al minimo l’uso degli animali e la loro sofferenza nell’ambito della sperimentazione.
Tra le diverse realtà italiane che sostengono e promuovono l’applicazione del principio delle 3R vi è l’Italian Platform on Alternative Methods (IPAM), che raccoglie rappresentanti istituzionali, del mondo industriale e scientifico e delle organizzazioni dedite al benessere animale. L’associazione, che ha da poco compiuto i vent’anni di attività (è stata istituita nel 2003), si pone tra gli obiettivi generali anche quelli di promuovere le attività di cooperazione sui metodi alternativi, di diffondere la cultura delle 3R dal punto di vista teorico e applicativo e, più in generale, di promuovere l’informazione e la formazione nell’ambito delle 3R.
È sulla base di questi principi che fin dal 2017 IPAM ha istituito, in collaborazione con Farmindustria (soggetto aderente di Research4Life), un premio per giovani ricercatori e ricercatrici per lavori, comprese tesi di laurea o di dottorato, “in cui sia chiaramente evidenziata la rilevanza per lo sviluppo o il perfezionamento di metodi alternativi definiti in base al principio delle 3R”.
Il premio IPAM-Farmindustria 2023 è stato assegnato proprio di recente, durante il convegno annuale IPAM Applicazione del principio delle 3R nella ricerca biomedica, svoltosi a fine gennaio a Bologna. Al convegno sono intervenuti esperti ed esperte per raccontare gli avanzamenti e gli attuali limiti sui metodi alternativi nei diversi campi della ricerca biomedica: un confronto che ha evidenziato la rapida evoluzione di queste tecnologie, ma anche le molte sfide che lasciano tutt’ora aperte. Il premio IPAM-Farmindustria è stato assegnato ad Andrea Bezze per il suo lavoro di tesi magistrale, dedicato allo sviluppo di un modello in vitro per lo studio del trattamento del glioblastoma, un tumore cerebrale altamente aggressivo e per il quale il trattamento risulta ancora oggi poco efficace, anche a causa della difficoltà di somministrare le terapie. Nel suo lavoro, il dottor Bezze ha messo a punto un modello che simula il microambiente tumorale, ripercorrendone molte delle caratteristiche che si presentano nei pazienti umani, per testare delle strategie di somministrazione dei farmaci.