Un team di ricercatori dell’Università di Berkeley e della startup Cortera ha messo a punto un dispositivo che potrebbe curare gravi patologie del sistema motorio, come l’epilessia e il morbo di Parkinson, e i traumi della spina dorsale, in quanto in grado di prevedere e correggere in tempo reale gli impulsi del cervello.
La ricerca, sostenuta dalla Chan Zuckerberg Initiative (associazione senza scopo di lucro creata dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e da sua moglie Priscilla Chan attraverso la vendita di 29 milioni di azioni Facebook), è finanziata anche dal Darpa, il braccio scientifico del dipartimento della Difesa statunitense.
Il dispositivo, dal nome Wand, funziona in modalità wireless e risulta in grado di arrestare i segnali elettrici inviati dal cervello prima che raggiungano i muscoli, per cui potrebbe essere utilizzato per evitare i movimenti involontari nei soggetti affetti da patologie del sistema motorio.
Si tratta di una sorta di pacemaker cerebrale, che agisce monitorando i segnali provenienti dal cervello (tramite elettrodi posizionati in 128 punti) e influenzando l’attività cerebrale, in quanto è in grado di registrare e fermare immediatamente i movimenti attraverso l’invio di scariche elettriche.
Il progetto, attualmente in fase di sperimentazione, ha visto i primi risultati positivi nei test effettuati su scimmie. Secondo quanto riportato dalla rivista Nature, nel corso dei test Wand veniva posto sulla testa delle scimmie e fatto interagire con il loro cervello mentre muovevano un joystick per spostare un cursore su uno schermo (attività per cui erano state addestrate). Quando i primati stavano per compiere un gesto, il device lo percepiva in anticipo e lo fermava emanando un impulso elettrico.
La novità di questo progetto sta nella capacità del dispositivo di leggere i segnali del cervello e interferire con essi, lasciando il soggetto completamente libero di muoversi, a differenza di altri progetti simili, che puntano invece sull’interazione uomo-computer, mirando cioè a fare in modo che gli utenti controllino essi stessi i device con il cervello.
Foto: Anthony Quintano from Honolulu, HI, United States [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons