Uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista E-Life (agosto 2016), coordinato da ricercatori italiani dell’Università di Cardiff (Gran Bretagna) e dall’Istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim (Germania), in collaborazione con l’Irccs Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, ha dimostrato, su modelli animali, l’efficacia di una terapia, basata sulla somministrazione del composto PD325901 nel bloccare la propensione ad assumere cocaina.
In Italia, la dipendenza da sostanze stimolanti quali cocaina, amfetamine ed ecstasy si attesta intorno al 2-4% della popolazione (fonte: Studi SPS-DPA 2013- 2014 – Dipartimento Politiche Antidroga).
“Lo studio è importante – spiega la Dott.ssa Stefania Fasano, dell’Università di Cardiff e coordinatrice del progetto – perché dimostra la possibilità di un approccio terapeutico in grado di bloccare la formazione di automatismi comportamentali associati al consumo della cocaina. Automatismi che giocano un ruolo centrale nell’instaurazione della dipendenza”.
“Attualmente – aggiunge il Prof. Riccardo Brambilla, dell’Università di Cardiff e collaboratore dell’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri -, non è disponibile un farmaco capace di bloccare la dipendenza da cocaina”.
“Utilizzare un farmaco che ha già superato alcune fasi cliniche – concludono i due ricercatori – può consentire l’avvio di un trasferimento più rapido dal laboratorio alla clinica”.