Abbiamo intervistato Rolf Zeller, professore all’Università di Basilea e presidente dell’associazione Animal Research Tomorrow, per farci raccontare le loro attività e il loro impegno del perseguimento delle 3R e della trasparenza nella ricerca scientifica
Nel 2010, un gruppo di scienziati e scienziate provenienti da Svizzera, Germania, Francia, UK e Svezia ha firmato quella che oggi conosciamo come la Dichiarazione di Basilea: un impegno a rispettare gli animali impiegati nella ricerca scientifica (“che ci sono stato affidati”, come riporta il documento), verificare che tale ricerca sia volta a risolvere problemi di grave rilevanza per la comunità e per i quali non sono disponibili metodi alternativi, a ridurre al minimo gli animali impiegati e altri intenti ispirati al principio delle 3R. Allo stesso tempo, la Dichiarazione evidenzia la necessità di tutelare la ricerca stessa e di poter garantire la possibilità d’impiegare i modelli animali finché necessario. Altro elemento fondamentale della Dichiarazione di Basilea è l’importanza attribuita alla trasparenza, per cui uno degli obiettivi è la promozione del dialogo e della cooperazione per una corretta comunicazione della scienza in ambito politico, mediatico e con i cittadini.
L’ONG che supporta e diffonde questi intenti è oggi Animal Research Tomorrow (ART, in passato denominata Basel Declaration Society). Diverse le attività che svolge per promuovere una ricerca all’insegna delle 3R: abbiamo chiesto al presidente, il professor Rolf Zeller del Dipartimento di Biomedicina dell’Università di Basilea, di raccontarci il loro lavoro.
Qual è esattamente la relazione tra ART e la Dichiarazione di Basilea?
Di fatto, ART è la nuova sede della Dichiarazione di Basilea. La Dichiarazione di Basilea ha rappresentato per l’epoca una mossa coraggiosa, perché richiedeva ai firmatari d’impegnarsi a rispettare i più alti standard etici per la ricerca sugli animali, che comprendono le 3R e la completa trasparenza nelle pubblicazioni scientifiche. Nel 2010, la maggior parte delle università e degli istituti di ricerca erano ancora molto restii a fare comunicazione sulle pratiche, i numeri, le metodologie e i vari aspetti della ricerca che richiedono l’impiego di modelli animali.
In effetti, anche io stesso a volte mi sono sentito scoraggiato, e addirittura per un certo periodo ho smesso di parlare di ricerca sugli animali. Il sostegno della Dichiarazione di Basilea, che rappresenta migliaia di ricercatori e ricercatrici in tutto il mondo, mi ha permesso di ricominciare a farlo. È stata l’organizzazione pionieristica che ha permesso alle persone impegnate nella ricerca di fare sensibilizzazione e rendere trasparente il lavoro di ricerca sugli animali. Per esempio, quando le persone impegnate nelle indagini scientifiche sono state attaccate nel 2013 e la ricerca sugli animali è stata minacciata in modo grave in Italia, abbiamo organizzato una call per riportare il sostegno della comunità scientifica di tutto il mondo verso quella italiana.
Quali sono le principali attività svolte da ART?
Siamo un’organizzazione internazionale di persone dedite alla ricerca sulle scienze della vita e del benessere degli animali, dedicata a promuovere una ricerca responsabile, basata sulle 3R e sui più alti standard etici. Un secondo pilastro dei principi di ART è l’impegno dei suoi membri verso una comunicazione aperta e trasparente sulle scienze della vita e sulla ricerca biomedica, che continua a dipendere in modo critico anche dagli studi che coinvolgono gli animali. Sosteniamo con forza, infatti, l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che le conoscenze acquisite sono utili sia agli esseri umani che alle altre specie. I premi ART per giovani scienziati e scienziate sono una delle principali attività che svolgiamo in queste due direzioni, il sostegno della ricerca scientifica responsabile e la trasparenza.
Può dirci qualcosa di più su queste premiazioni? Da cosa nascono, e qual è il loro scopo?
Dopo dieci anni dalla firma della Dichiarazione di Basilea, un gruppo di componenti del consiglio di amministrazione, tra cui Giuliano Grignaschi (portavoce di Research for Life e vice-presidente di ART), ha deciso che l’organizzazione aveva bisogno di un “aggiornamento” – è stato in questo momento, infatti, che la Basel Declaration Society è stata rinominata Animal Research Tomorrow. Un secondo cambiamento importante di ART è stato indirizzarci alle componenti più giovani del mondo della ricerca, che costituiscono la prossima generazione di leader scientifici. Per promuovere il loro passaggio dall’ambito dello studio a quello vero e proprio dell’attività di ricerca e sostenere il loro impegno sia nel raggiungimento delle 3R sia nella comunicazione scientifica, abbiamo istituito i premi ART 3R e ART SciComm, che sono stati assegnati per la prima volta nel 2022. In particolare, sono stati assegnati due ART 3R e tre ART SciComm a ricercatori e ricercatrici che hanno proposto progetti davvero creativi e “fuori dagli schemi”. L’obiettivo della premiazione è consentire alle persone più giovani che si occupano di ricerca di realizzare un proprio progetto, fornendo loro un premio finanziario e il sostegno della comunità.
Qual è stata la risposta da parte della comunità scientifica dei più giovani?
Molto buona! È stata accolta con grande favore e ha creato entusiasmo tra coloro che hanno ricevuto i primi premi ART, perché ottengono un riconoscimento internazionale in una fase iniziale della carriera. E bisogna considerare che il primo bando è stato annunciato nel bel mezzo della pandemia di COVID-19, con un preavviso piuttosto breve e poca pubblicità attraverso i social media. Eppure, abbiamo comunque ricevuto circa 25 domande da diversi Paesi europei. I progetti, molto originali e creativi, ci hanno dimostrato che c’è davvero molto entusiasmo nella comunità scientifica più giovane per i premi ART. Ci aspettiamo di ricevere altre candidature per i premi 2023 appena annunciati (e la cui scadenza per partecipare è il 15 ottobre 2022). Siamo ansiosi di ricevere candidature da tutta Europa, ma in particolare dall’Italia, con la sua forte comunità di PhD e giovani che si occupano di comunicazione scientifica e delle 3R: per i vincitori e le vincitrici, questo non è solo un riconoscimento, ma anche un supporto concreto per portare avanti il loro progetto.
Soprattutto, il dialogo, le chat e i tweet durante la cerimonia di premiazione e la Conferenza ART 2022 hanno dato vita a una comunità di giovani premiati e partecipanti provenienti da diversi Paesi, che, come ha ben sintetizzato Charlotte Rosher, vincitrice di un premio ART SciComm2022, “ci rende parte di qualcosa di più grande”. E proprio questo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi: ecco perché ART si impegna a fornire a questa giovane comunità opportunità e piattaforme per il networking e le interazioni. Una di queste sarà la cerimonia di premiazione e la conferenza ART nel 2023, dato che è già stato fatto un ottimo inizio.
Per saperne di più sulla premiazione 2023, qui le informazioni e i moduli per candidarsi al ART 3R Award, e qui per l’ART SciComm