Chiudiamo la rassegna sugli animali impiegati a scopi scientifici in UE andando a guardare i dati per quelli impiegati per le linee geneticamente modificate
Dopo aver guardato al numero e alle specie degli animali impiegati a scopi scientifici, alle principali categorie d’impiego e ai dati italiani, concludiamo la rassegna di articoli dedicati ai dati dell’Unione europea concentrandoci sugli animali impiegati per la creazione e il mantenimento delle linee geneticamente modificate. Come avevamo già avuto modo di ricordare lo scorso anno, si tratta di animali il cui genoma è stato modificato, con tecniche di biologia molecolare, per esempio allo scopo di studiare la funzione dei singoli geni o di riprodurre patologie genetiche per le quali sono necessarie ricerche per ricostruirne le dinamiche e identificare quindi i possibili trattamenti.
Numeri e specie
Secondo il report pubblicato in estate, nel 2019 gli animali impiegati per la prima volta per la creazione di una linea geneticamente modificata sono diminuiti del 14% rispetto al 2018 – con un precedente calo del 10% tra il 2018 e il 2017, per cui la diminuzione degli animali impiegati a tale scopo risulta in costante decrescita.
La diminuzione è anche più marcata per animali impiegati per la prima volta per il mantenimento delle linee geneticamente modificate (-24% rispetto al 2018). Ma, avverte il report, vi sono fluttuazioni significative, da un anno all’altro, per quanto riguarda questi dati e la ragione è probabilmente rappresentata dalla complessità dei requisiti nella rendicontazione di questi animali. È stato infatti recentemente concluso un nuovo documento che faccia da guida per la reportistica. Per quanto riguarda le specie più coinvolte, queste continuano a essere, tanto nel caso della creazione quanto nel mantenimento delle linee geneticamente modificate, soprattutto i topi e lo zebrafish.
Fenotipo
Il report europeo distingue inoltre gli animali con “fenotipo sofferente” – per i quali, cioè, l’alterazione genetica che viene indotta determina lo sviluppo o l’aumento di suscettibilità allo sviluppo di una patologia (per esempio il cancro) oppure che richiedono un ambiente biologicamente sicuro (per esempio perché rese più suscettibili alle infezioni) e linee con fenotipo non sofferente”. È da notare che le statistiche UE riportano anche gli animali che non presentano genotipo modificato, come per esempio i genitori o la parte della prole che non ha ereditato la mutazione.
Categorie d’impiego
Gli animali impiegati per la creazione di linee geneticamente modificate sono usati esclusivamente a scopi di ricerca, e non, per esempio, per adempiere a norme regolatorie o per la produzione di elementi del sangue o altri prodotti biologici. Tale ricerca, inoltre, è prevalentemente quella di base: per il 18% si tratta di ricerca multisistemiche, ossia nelle quali è indagato più di un organo o apparato dell’organismo (come avviene durante le infezioni); seguono le ricerche sul sistema nervoso, in campo oncologico, sul sistema nervoso e su quello immunitario.
Il report europeo indica le categorie d’impiego degli animali usati per la creazione di linee geneticamente modificate (non per il mantenimento). Si noti che le statistiche europee fanno riferimento, in questo caso, al numero di usi, non al totale degli individui – quindi includono anche animali usati in più di una procedura, che comunque rappresentano una minoranza.
Gravità e status genetico
Per quanto riguarda la gravità delle procedure in relazione alla creazione di nuove linee genetiche, l’UE tiene in considerazione non solo il fenotipo causato dall’alterazione genetica ma anche l’impatto che possono avere le tecniche impiegate per la creazione della linea (per esempio il trasferimento dell’embrione, che viene modificato geneticamente prima di essere reimpiantato nel corpo della madre) ed eventuali metodi invasivi per il campionamento dei tessuti. La maggior parte è classificato come lieve, con una percentuale minima di procedure e impatti “gravi”; lo stesso dicasi per gli animali impiegati per il mantenimento delle linee geneticamente modificate.
Impiego degli animali geneticamente modificati
Sebbene il report UE dediche una sezione specifica agli animali impiegati alla creazione e al mantenimento delle linee geneticamente modificate, ricordiamo che tali animali sono poi impiegati a vari scopi scientifici. Complessivamente, nel 2019 vi sono stati 2,66 milioni di utilizzi di animali provenienti da linee con alterazioni genetiche, quindi con un leggero aumento rispetto ai 2,53 milioni del 2018, dei quali il 17% aveva fenotipo sofferente. La proporzione di animali geneticamente modificati rispetto al totale degli animali impiegati a scopi scientifici risulta comunque leggermente diminuita.
Per quanto riguarda le categorie d’impiego degli animali geneticamente modificati, la ricerca si conferma come la principale.