Roma, 9 gennaio 2017
Illustrissimi onorevoli,
Il Decreto Milleproroghe, approvato dal Governo lo scorso 29 dicembre, ha previsto la proroga di un anno soltanto della moratoria sul divieto di utilizzo di animali negli studi sul meccanismo d’azione delle sostanze d’abuso e sugli xenotrapianti d’organo, restrizioni introdotte con il Decreto Legislativo 26/2014.
Pur rappresentando la presa d’atto che non esistono ad oggi altri metodi per perseguire risultati significativi in questi ambiti, come confermato dalla relazione dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia richiesta dal D. Lvo 26/2014, tale proroga non tiene conto che la durata dei progetti europei e mondiali, da cui attualmente i nostri ricercatori ottengono la maggior parte dei fondi per i loro studi, è compresa tra i 3 e i 5 anni.
Il mancato allineamento alle normative internazionali, di fatto, rischia pertanto di interrompere la primaria fonte di finanziamento della ricerca biomedica italiana.
La Direttiva Europea 63/2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici rappresenta, ad oggi, il miglior compromesso tra la necessità di proteggere gli animali garantendone il più corretto utilizzo solo ed esclusivamente in caso di effettiva necessità (mancanza di metodi alternativi) e la richiesta di sviluppo di nuove strategie terapeutiche che quotidianamente giunge dai nostri ammalati. Tuttavia, il recepimento in senso molto restrittivo avvenuto nel nostro Paese ha totalmente modificato questo equilibrio.
Questa situazione, oltre a causare l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti
del nostro Paese, sta mettendo ulteriormente in difficoltà i nostri centri di ricerca sia
pubblici che privati, privandoli della possibilità di competere per l’assegnazione di bandi anche in collaborazione con analoghe realtà non italiane.
La soluzione ideale sarebbe evidentemente quella di rivedere il D.Lvo 26/2014 uniformandolo integralmente alla Direttiva Europea 63/2010. Tuttavia, in quanto Responsabili di importanti progetti scientifici, direttamente collegati alla salute e alla vita di milioni di persone, chiediamo al Parlamento italiano di prolungare i tempi della moratoria prevista nel Decreto Milleproroghe portandola a 5 anni, in modo da consentirci di continuare a competere e a collaborare a livello mondiale, difendendo allo stesso tempo il futuro di decine di migliaia di giovani ricercatori.
Numerosi sono i ricercatori che hanno firmato questa lettera chiedendo la proroga della moratoria a 5 anni. Persone che dedicano la propria vita allo sviluppo delle migliori terapie, e che auspicano di essere messi nella condizione di poter continuare i propri studi in Italia.
Auspicando che questo appello trovi un seguito in seno alla discussione sul provvedimento, La ringraziamo dell’attenzione.