Un gruppo di ricerca dell’Istituto veneto di medicina molecolare ha mostrato come la modulazione della via di comunicazione cellulare Akt-mTOR può aiutare i pazienti a recuperare la perdita di massa e forza muscolare che spesso si accompagna al cancro
L’esercizio fisico è salute. Lo sentiamo ripetere come un mantra quando si parla di prevenzione, ma i suoi effetti benefici si riscontrano anche in presenza di patologie come la cachessia tumorale, un deperimento del muscolo e del tessuto adiposo al quale vanno incontro molti pazienti con il cancro. Per questi malati fisicamente debilitati è opportuno proporre un’attività fisica mirata che abbia un sicuro effetto sulla massa e forza muscolare. Capire in che modo l’esercizio fisico possa contribuire alla crescita e alla funzione muscolare è uno degli obiettivi del gruppo di ricerca guidato dal professor Bert Blaauw dell’Università di Padova presso l’Istituto veneto di medicina molecolare. In esperimenti con animali di laboratorio, il gruppo ha identificato un possibile bersaglio molecolare in grado di far recuperare massa e forza muscolare. I risultati, pubblicati sul Journal of Cachexia, Sarcopenia, and Muscle, sono stati ottenuti grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC.
«Siamo partiti da una via di comunicazione cellulare chiamata via Akt-mTOR, già nota per il suo ruolo nel mantenimento dell’equilibrio funzionale del muscolo e la cui attivazione promuove la crescita delle fibre muscolari», spiega Blaauw. «Allo stesso tempo, però, questa via risulta più attivata del normale in vari tipi di tumore, motivo per il quale è un bersaglio di alcuni farmaci antitumorali. Il nostro obiettivo è capire il ruolo della via Akt-mTOR nel muscolo durante la cachessia tumorale».
Blaauw chiarisce: «L’unico modo per poter studiare in dettaglio, in un organismo, fenomeni complessi come la crescita e il funzionamento dei muscoli è l’uso di topi geneticamente modificati». In questi animali, i ricercatori hanno anzitutto confermato una minore attivazione della via Akt-mTOR in presenza di deperimento muscolare. Hanno poi osservato che con una sua ulteriore riduzione la massa muscolare non si riduce ulteriormente, mentre la sua riattivazione porta a un recupero quasi completo non solo della massa ma anche della forza muscolare. «È noto che l’esercizio fisico può attivare la via Akt-mTOR», sottolinea Blaauw. «Ora si tratta di capire quali esercizi siano più efficaci a questo scopo e per quanto tempo debbano essere praticati per raggiungere il risultato voluto. Disporre di questa informazione permetterebbe di costruire piani mirati di attività fisica per pazienti colpiti da cachessia tumorale, in modo che debbano fare solo quanto è strettamente necessario per ricevere un beneficio muscolare».
Per Blaauw è fondamentale poter condurre questo tipo di studi in animali come i topi, i cui muscoli sono molto simili a quelli umani. «La sperimentazione animale è giustamente regolamentata ma anche soggetta a una burocrazia molto complicata, che rallenta e ostacola gli studi. Introdurre ulteriori restrizioni sarebbe soffocante e lavorare con gli animali diventerebbe quasi impossibile», conclude.