Il 26 giugno il Segretario generale di Research4Life Giuliano Grignaschi è intervenuto alla audizione in Commissione Politiche UE del Senato nel merito dell’esame del decreto legislativo Salva-Infrazioni (69/2023). Il DL non ha sanato la procedura di infrazione 2016/2013, che riguarda il parziale e ristretto recepimento italiano della Direttiva Europea 63/2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.
La Direttiva è considerata nel mondo il miglior equilibrio possibile tra la tutela degli animali e le esigenze della ricerca in ambito biomedico per lo sviluppo di nuove terapie. L’obiettivo della Direttiva è garantire la tutela del benessere degli animali usati per fini scientifici, ma soprattutto la progressiva sostituzione del modello animale con nuovi metodi, al momento possibile solo parzialmente.
Sulla Procedura d’infrazione Grignaschi ha ricordato che l’Italia ha recepito la Direttiva Europea 63/2010, ma con modifiche restrittive che hanno provocato l’avvio della procedura d’infrazione 2016/2013. In particolare le restrizioni, volute dal mondo animalista, riguardano due aspetti:
- Allevamento: in Italia si possono usare tutte le specie animali, ma non tutte possono essere allevate sul territorio italiano. Per Grignaschi si tratta di un divieto poco sensato e contro il benessere animale, poiché quando il ricercatore ha la necessità di utilizzare queste specie le deve acquistare in paesi esteri (soprattutto Africa e Asia) e poi farle arrivare in Italia.
- Divieti: In Italia sono pendenti (attualmente prorogati al 2025) due divieti che proibiscono l’uso animali per la ricerca su sostanze d’abuso e xenotrapianti d’organo. Grignaschi ha sottolineato che questi due ambiti di ricerca sono fondamentali in quanto il primo consente di capire quando i farmaci creano nel nostro cervello potenziali abusi, e il secondo fornisce risposta alle esigenze dei pazienti in attesa di trapianti ma per cui non ci sono organi disponibili.
Queste restrizioni e divieti – diversamente dal pieno recepimento della direttiva da parte degli altri Paesi – non hanno senso scientifico, mettono in difficoltà la ricerca italiana rispetto a quella europea e non si traducono in aumentato benessere degli animali.
Grignaschi ha concluso l’audizione sottolineato che è necessario arrivare ad un corretto recepimento della Direttiva UE per poter dare slancio alla ricerca italiana rendendola competitiva con quella degli altri Paesi europei, ed evitando così la cosiddetta “fuga di cervelli”.
Il video dell’intervento