Il 18 novembre 2019 Giuliano Grignaschi è stato protagonista di una lezione universitaria a Ferrara, nell’ambito del progetto AIRC “Aircampus” destinato agli studenti, che vede coinvolte AIRC e diverse università italiane, insieme per il futuro della ricerca.
Davanti ad oltre mille studenti di Biologia e Biotecnologie Grignaschi si è soffermato sulla necessità della sperimentazione animale, dal momento che purtroppo ad oggi il modello animale è necessario e non sono ancora stati sviluppati sufficienti modelli alternativi. In proposito ha ricordato come dal Codice di Norimberga (1945-1946), ovvero dopo le atrocità naziste, sia vietato sperimentare direttamente sull’uomo. Sperimentare sugli animali è una scelta che implica anche posizioni etiche, ed ogni scelta morale si basa su due aspetti: emotività e razionalità. La razionalità implica una approfondita conoscenza del contesto. A partire dal fatto che la SA è strettamente normata a livello europeo – con la direttiva 63 del 2010 “Protezione degli animali utilizzati a fini scientifici” – ed in Italia con la legge 26 del 2014 (in attuazione della direttiva UE).
Inoltre dal 1959 è stato introdotto dai ricercatori Russel e Burch il cosiddetto principio delle “3R”, che è alla base di queste normative: Replacement, Refinement, Reduction. Ovvero, con riferimento agli animali, Sostituzione, Riduzione e miglioramento delle condizioni di vita, a partire da trattamenti quali anestesia ed analgesia, fino alla obbligatoria presenza negli stabulari di un addetto al benessere ed un veterinario. Da tutto questo ne deriva che da decenni la “vivisezione” è vietata per legge e (articolo 15 della legge italiana) “Non sono autorizzate procedure sugli animali che comportano dolori, sofferenze o distress intensi che possono protrarsi e non possono essere alleviati”.
Insomma, in ricerca di base e applicata, oltre che per lo sviluppo di dispositivi medici e farmaci, la sperimentazione animale è tuttora necessaria e oltre il 90% degli scienziati a livello mondiale afferma che è essenziale per il progresso.
In alcuni ambiti la SA è addirittura obbligatoria, come nello sviluppo dei farmaci, prima di arrivare a testare molecole su un volontario sano. Dopo il caso del Talidomide nel 1961 che, non testato su animali, fu prescritto alle donne in gravidanza, causa di gravi malformazioni in centinaia di migliaia di bambini nel mondo
Questo non significa che scienza non continui a lavorare per lo sviluppo di “Metodi alternativi”. La legge infatti prescrive che si può ricorrere al modello animale solo se non esistono metodi alternativi validati.Ad oggi, purtroppo sono pochi quelli approvati, quasi tutti nell’ambito della tossicologia. Ma da tempo è legge il divieto all’uso degli animali in cosmetica, grazie all’efficacia dei cosmetici stessi testati con metodi alternativi.