È stato pubblicato il report annuale dell’EURL ECVAM, il laboratorio di riferimento dell’UE per le alternative all’impiego degli animali a scopi scientifici, che ripercorre le attività svolte nel 2021. Qui riportiamo alcuni dei punti principali
È stato pubblicato ad aprile il report annuale del Laboratorio di riferimento dell’Unione europea per le alternative all’impiego degli animali (European Union Reference Laboratory for alternatives to animal testing – EURL ECVAM), che ne descrive le attività di ricerca e validazione, nonché le iniziative volte a ridurre l’uso di modelli animali a scopi scientifici.
Parte integrante del Joint Research Centre (JRC), il centro di ricerca dell’UE, l’EURL ECVAM ha infatti il compito di collaborare alle ricerche, dedicarsi agli studi di validazione per i metodi alternativi, informare e condividere le conoscenze e promuovere l’impiego di metodi alternativi e il principio delle 3R. Ogni anno pubblica una relazione nella quale descrive lo stato dell’arte, in UE, dei metodi e degli approcci che non coinvolgono modelli animali, nonché della loro regolamentazione. Ripercorriamo alcuni degli aspetti più significativi che emergono dal report di quest’anno, riferito alle attività del 2021, che evidenziano l’impegno posto nel rispondere alla risoluzione del Parlamento europeo, del febbraio di quest’anno, ad accelerare la transizione verso una ricerca che non coinvolga i modelli animali.
Le prime linee guida internazionali per un approccio alternativo
Di solito, i test per verificare se una sostanza causi allergie da contatto sono condotti con modelli animali; sebbene esistano infatti metodi alternativi, nessuno di essi era ritenuto sufficiente, da solo, a sostituire il modello animale. A luglio 2021, però, è stato approvato il primo approccio standardizzato per questo tipo di test: le linee guida sono state pubblicate dall’OCSE, con la collaborazione dell’EURL ECVAM, e descrivono l’impiego di un approccio combinato di test chimici e in vitro, con linee cellulari in coltura e anche, in alcuni casi, con modelli computerizzati. Proprio come avviene con l’impiego di animali, questo metodo consente anche di distinguere tra maggiore e minore sensibilità all’eventuale allergene.
L’approvazione di questo metodo ha diversi risvolti positivi. Innanzitutto, facilita l’accettazione dei dati tra i diversi Paesi OCSE; inoltre, consente di limitare l’impiego di animali e di conseguenza anche risparmiare sui costi loro associati. Come ha commentato Maurice Whelan, capo del EURL ECVAM, infatti, «Queste linee guida aprono la strada all’adozione di approcci più armonizzati, che rispondano alle esigenze normative e riducano l’uso degli animali. Inoltre, i dati generati con questo approccio devono essere reciprocamente accettati da tutti i 36 paesi membri dell’OCSE: ciò consente anche all’industria chimica di risparmiare i costi di replicazione dei test per i prodotti che sono venduti in più di un paese».
Inoltre, il rapporto sottolinea che, nel 2021, l’ESAC ha completato la peer review dei metodi Genomic Allergen Rapid Detection (GARD), basati sul machine learning, per la valutazione della possibile sensibilizzazione cutanea alle sostanze chimiche: è la prima volta che un algoritmo di apprendimento automatico è stato revisionato in modo indipendente per l’applicazione nel campo della tossicologia normativa. L’ESAC ha anche avviato la peer review di SENS-IS, un altro metodo di test basato sull’espressione genica e sull’epidermide umana ricostruita, per la valutazione della sensibilizzazione cutanea. Progetti per sviluppare linee guida OCSE per i test basati su questi metodi sono già sul piano di lavoro dell’OCSE.
Formazione e istruzione
Il Parlamento europeo ha richiesto una maggiore attenzione per le attività di formazione e di educazione: rispondendo a tale richiesta, l’EURL ECVAM ha collaborato con educatori delle scuole superiori, università e programmi di formazione continua per aumentare la consapevolezza e la conoscenza verso il principio delle 3R.
A questo riguardo, l’EURL ECVAM ha pubblicato un esaustivo report a marzo 2021, dedicato non solo agli educatori ma anche ai decision makers, che suggerisce come incorporare l’insegnamento delle 3R nei programmi scolastici e universitari. Inoltre, ha sviluppato nuove risorse educative: tra queste, il corso online The Three Rs and Animal Use in Science Rerun (il cui contenuto è ancora disponibile qui), che fornisce agli insegnati delle scuole secondarie materiali, supporto e tutorial per integrare le Tre R nelle loro lezioni, e diversi altri materiali di supporto. Il tutto è reso disponibile e scaricabile, così da favorirne la massima diffusione (qui la lista completa).
Inoltre, ricorda il rapporto, nel 2021 si è tenuta la terza edizione della virtual summer school sull’impiego di metodi alternativi nella ricerca scientifica. Della durata di cinque giorni e tenutasi online per limitare la diffusione della pandemia di Covid-19, la summer school è dedicata a studenti e giovani ricercatori: organizzata con interventi da parte di esperti del settore, tavole rotonde e sessioni di dibattito, si è concentrata su metodi in vitro e computerizzati, applicazioni normative e possibilità di carriera.
Test di tossicità, controllo qualità sui vaccini e approcci nella ricerca biomedica
Il report del EURL ECVAM propone anche una panoramica sui diversi progetti europei in cui è coinvolto dedicati allo studio di metodi alternativi in diversi campi della ricerca e dei test di sicurezza e qualità. Diversi sono i progetti dedicati alle cosiddette “metodologie di nuovo approccio” (new approach methodologies, NAM) per la valutazione del rischio chimico e alla proposta di nuovi quadri di valutazione che non si basano su dati provenienti dai modelli animali.
Il report segnala anche il progetto VAC2VAC, iniziato nel 2016 e dedicato a indagare nuove strategie che consentano la riduzione nell’impiego di animali nel campo delle valutazioni sui vaccini, sia a uso umano che a uso veterinario – nonché alla riduzione globale dei tempi necessari per il controllo qualità.
Inoltre, l’EURL ECVAM ha rilasciato nuove revisioni di modelli non animali ampiamente utilizzati per la ricerca di base e applicata, in particolare sulle malattie neurodegenerative e l’immuno-oncologia. Molti di questi modelli sono ingegnerizzati da cellule e tessuti umani, che dunque rappresentano più accuratamente la biologia e lo sviluppo delle malattie nel nostro organismo.