La ricerca biomedica utilizza, nella stragrande maggioranza dei casi, modelli di studio che comprendono sistemi alternativi agli animali quali colture cellulari, organoidi 3 D e sistemi in silico. Tuttavia la possibilità di riprodurre con tali modelli la complessità di un organismo vivente è ancora molto lontana, e per questo motivo la medicina moderna considera la ricerca sugli animali insostituibile per lo studio di diverse patologie umane.
Da diversi anni oramai la Comunità Europea e il Governo Italiano hanno regolamentato l’uso degli animali nella ricerca biomedica, incrementando il livello e la frequenza dei controlli nei laboratori dove sono attivi protocolli sperimentali che prevedano la ricerca su animali. In particolare la comunità scientifica è sensibilizzata a rispettare, in ogni esperimento, il principio delle 3 erre, che fa proprio riferimento alla necessità di cercare sempre di Ridurre il numero di animali da utilizzare, Raffinare l’approccio sperimentale per eliminare qualsiasi tipo di sofferenza fisica e psicologica per l’animale, e Rimpiazzare gli animali con modelli sperimentali alternativi, ove possibile.
Questo sforzo, oltre a rappresentare un dovere morale per gli scienziati stessi, è essenziale anche per assicurare la qualità e la riproducibilità dei risultati sperimentali tra i diversi laboratori, prerequisito di qualsiasi attività di ricerca.
L’interazione uomo-animale è da sempre un argomento di discussione impegnativo, con risvolti di etica e filosofia della scienza. I ricercatori che lavorano con animali per la ricerca scientifica devono confrontarsi innanzi tutto con la propria sensibilità, ma sicuramente anche con la sensibilità dell’opinione pubblica, che mai come oggi chiede a ragione di conoscere le modalità della ricerca, le motivazioni che portano all’uso degli animali, e la relazione tra ricerca preclinica e lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per le patologie dell’uomo. Un approccio scientifico moderno al problema del rapporto con gli animali utilizzati ai fini sperimentali deve comprendere: 1) una profonda conoscenza della fisiologia e del comportamento degli animali, 2) la capacità di mantenere gli animali in condizioni di benessere psicologico e fisico, 3) le conoscenze statistiche necessarie per valutare la numerosità dei dati necessari per effettuare delle valutazioni significative dal punto di vista scientifico; 4) la conoscenza dei rischi sanitari per gli animali e per le persone a contatto con gli animali stessi; 5) la conoscenza della legislazione europea e nazionale che regolamenta la sperimentazione con animali.
La finalità del Master in “Benessere e Scienza degli Animali da Laboratorio” è quella di fornire le conoscenze adeguate alle persone interessate a sviluppare una conoscenza professionale nel campo della ricerca scientifica preclinica che si svolge in strutture universitarie, in strutture prettamente di ricerca, o nell’ambito di industrie farmaceutiche, per assicurare un uso rispettoso del benessere e della dignità degli animali.