Come previsto, la Commissione Europea ha pubblicato la relazione sul riesame della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. Il riesame è finalizzato ad una valutazione del conseguimento degli obiettivi stabiliti dalla direttiva, della sua adeguatezza e dell’eventuale necessità di aggiornamenti in considerazione dei più recenti sviluppi di carattere etico e scientifico. Questo tiene conto dei progressi nello sviluppo di metodi alternativi che non prevedono l’uso di animali, focalizzandosi in particolar modo sulla possibilità di non utilizzare più primati non umani.
La direttiva è entrata in vigore il 1° gennaio 2013, ma le ultime disposizioni nazionali sono state adottate soltanto nel 2015 e le norme comuni relative alla sistemazione e alla cura degli animali sono entrate in vigore appena nel gennaio 2017. Alla data di stesura della relazione erano ancora in corso i controlli di conformità della Commissione europea, tra cui una serie di indagini ed eventi di infrazione che in alcuni casi potrebbero determinare modifiche della legislazione nazionale (come nel coso dell’Italia). Nell’arco del 2018 gli Stati membri dovranno inviare informazioni concrete circa l’attuazione pratica della direttiva. I dati statistici nazionali sono stati pubblicati per la prima volta nel 2015, ma per conoscere le tendenze nell’uso di animali su scala EU si dovrà attendere il 2019, quando saranno disponibili anche le informazioni sulle valutazioni retrospettive dei progetti. Pertanto, come anticipato,una valutazione REFIT completa della direttiva sarà intrapresa dopo il 2019, quando la Commissione europea disporrà di maggiori informazioni e dall’attuazione della direttiva sarà trascorso un arco di tempo sufficiente alla valutazione dei cambiamenti nel benessere degli animali e nelle pratiche d’uso. Alla luce di questo, la scadenza prevista ai sensi di legge per la presentazione del riesame è risultata molto ravvicinata, e la relazione fornisce pertanto solo delle indicazioni preliminari dei progressi compiuti, delle aree problematiche e delle buone prassi in uso.
Nelle sue conclusioni, la Commissione sottolinea quindi che il riesame ha avuto luogo nelle prime fasi dell’attuazione della direttiva e che, in molti casi, è ancora troppo presto per poterne valutare gli effetti rispetto agli obiettivi prefissati. Appare chiaro tuttavia che la maggioranza delle parti interessate, interpellate ai fini del riesame, considera la direttiva rilevante e necessaria per la creazione di condizioni paritarie all’interno dell’UE e per il conseguimento degli obiettivi e delle norme sul benessere degli animali. Al momento attuale la Commissione non propone pertanto alcuna modifica della direttiva.
Inoltre, tenuto conto delle conclusioni della relazione del Comitato scientifico sulla salute, l’ambiente e i rischi emergenti (SCHEER) della Commissione europea, non si propone un calendario per la progressiva eliminazione dell’uso di primati non umani. La Commissione europea richiederà tuttavia aggiornamenti regolari del parere del Comitato scientifico per un attento monitoraggio dei progressi compiuti.
Infine, sulla base dello studio di fattibilità di cui all’articolo 10, la Commissione conclude che non vi sia motivo di estendere il periodo di transizione previsto all’Allegato II per l’uso di primati non umani almeno di seconda generazione allevati per la sperimentazione. Saranno tuttavia modificate le categorie di riferimento (decisione di esecuzione della Commissione 2012/707/UE) per introdurre, tra l’altro, l’obbligo di una rendicontazione sistematica della generazione dei primati non umani utilizzati, anche quando provengano da colonie autosufficienti.
Per quanto riguarda i prossimi passaggi, il Parlamento europeo potrà decidere di rispondere con una relazione d’iniziativa, che non ha valore legislativo, ma è un atto di indirizzo volto ad evidenziare la posizioni dell’istituzione sul tema. La relazione ha lo scopo di attirare l’attenzione della Commissione europea su alcuni temi giudicati di particolare rilievo al fine di influenzarne l’attività.