Ricerca Scientifica: Leggo su Wired un bell’articolo di Rita Viola, ripreso anche dall’ottimo “Dagospia” con il significativo titolo “Pensiamo positivo, non sieropositivo”.
Nell’articolo, questo https://www.wired.it/scienza/medicina/2019/07/03/hiv-virus-topi-crispr/ di Wired Italia, che a sua volta si basa su un articolo di “Nature”, si legge che per la prima volta il virus HIV è stato eliminato dal DNA di topi, grazie all’utilizzo combinato di farmaci antiretrovirali ed alla tecnica di editing genetico Crisp. Adesso, grazie al successo dovuto a questo approccio combinato, l’intenzione è quella di fare sperimentazione su primati non umani, con l’obiettivo di arrivare ai test sull’uomo non giro di un solo anno.
Capito? Il percorso è chiarissimo: topo, scimmia, uomo.
La notizia è bellissima, libererebbe – se gli esiti della ricerca scientifica saranno positivi fino in fondo – l’umanità da uno dei flagelli più funesti degli ultimi decenni.
Eppure l’effetto è straniante.
Siamo reduci dalle rumorose ed aggressive proteste di una minoranza violenta ed intollerante contro un’altra ricerca altrettanto importante, che sarà operata anch’essa su scimmie e avrà sede in Italia.
Nessuno, o quasi, si è soffermato sul valore della ricerca scientifica, sulla possibile liberazione dalla sofferenza per decine di migliaia di persone rese cieche da danni al cervello. Molti a questionare sulla sorte di sei macachi.
E continueranno a farlo, a Parma. Ma ci rendiamo conto? A Parma, ovvero la capitale del prosciutto, la provincia italiana con la più alta concentrazione di maiali a fini di macellazione. Ma per i milioni di maiali uccisi per farne cibo pochi si preoccupano…
Sveglia gente, forse è il caso di considerare, almeno, la possibilità di dover usare animali quando necessario non solo per produrre cibo ma anche per produrre conoscenza.
Quella stessa conoscenza su cui si sono impegnati TUTTI i premi Nobel per la medicina, che sono stati assegnati proprio per ricerche su animali.
Scusate lo sfogo del “Ricercatoro”, ma se continuiamo così, a stare zitti, nel silenzio inconsapevole la ricerca italiana diminuirà sempre più e noi chiuderemo mestamente bottega ben prima di quanto vorremmo.
Il Ricercatoro