Un evento che concilia la scienza, e in particolare la ricerca su malattie e disturbi mentali, e arte, in particolare la danza. È l’iniziativa ideata da Annamaria Cattaneo, docente dell’Università La Statale di Milano, nell’ambito del progetto europeo HappyMums, appena iniziato e dedicato a indagare i meccanismi biologici alla base dello sviluppo di sintomi depressivi in gravidanza e l’efficacia degli interventi terapeutici. Luci e ombre. Danza e scienza si incontrano per parlare di salute mentale si svolge il 28 giugno, alle ore 19.00, nel Cortile del ‘700 dell’Università Statale di Milano.

«L’evento è nato per parlare con un linguaggio semplice, come la danza, di questa malattia invisibile che è malattia mentale, ancora oggetto di stigma e di cui si parla troppo poco, ma che colpisce troppe persone», spiega Cattaneo, che è anche coordinatrice di HappyMums. «La pandemia di COVID-19 che ci siamo lasciati alle spalle ci ha costretti a un cambio drastico del nostro stile di vita; ci ha costretti per un periodo all’isolamento forzato e a rompere quei contatti quotidiani di socialità, portandoci sempre più a perdere il contatto umano. Questo ha sicuramente contribuito all’aumento di casi di disturbi mentali che stiamo osservando, in questo periodo, in diverse fasce di età, soprattutto in quelle più vulnerabili come adolescenza e gravidanza. Pertanto, l’evento Luci e ombre è nato per cercare di arrivare direttamente al cuore delle persone con il linguaggio del corpo per dire che la malattia mentale esiste, che può portare a una grande sofferenza, anche fisica, se non viene riconosciuta, ma che può anche essere curata e si può guarire. Ma per ricevere aiuto bisogna innanzitutto chiederlo».


Gli interventi degli ospiti, esperti nazionali e internazionali nel campo della salute mentali, saranno accompagnati da coreografie. L’ obiettivo è combattere lo stigma, ancora purtroppo molto presente, nei confronti dei disturbi mentali, con un focus particolare sulla depressione. «Molto spesso le persone soggette a questo disturbo, e tutti coloro che le circondano, faticano ad accettare l’esistenza di questa problematica che invece dovrebbe essere accettata come qualsiasi altra patologia, come lo può essere una cardiopatia o una forma di diabete», continua la ricercatrice. «Tuttavia, senza una giusta consapevolezza e l’aiuto da parte di persone preparate diventa difficile uscirne e trovare una soluzione. Bisogna quindi parlare di questi argomenti il più possibile, anche con un linguaggio semplice e diretto, perché parlandone si può facilitare l’accettazione e quindi promuovere il trattamento. L’evento Luci e ombre vuole far comprendere che ci sono molte strade terapeutiche per i disturbi mentali che variano e si supportano tra loro, in base alla severità della patologia».

Con l’attenzione che pone sull’importanza dello studio e della conoscenza dei disturbi e delle malattie mentali, l’iniziativa, così come il complesso del progetto HappyMums, ci aiutano anche a evidenziare il ruolo fondamentale della ricerca in questo campo. Proprio di recente, come abbiamo avuto modo di riportare sul nostro sito, l’European Brain Council ha lanciato un appello in risposta all’iniziativa dei cittadini europei affinché questi temi siano riconosciuti come prioritari in UE – e, in questo senso, non venga meno neanche la ricerca sul tema. Ma, in quest’ottica, non possiamo fare a meno dei modelli animali. Come conclude anche Cattaneo, infatti: «Le malattie mentali colpiscono il nostro cervello, nel quale vi sono interazioni complesse tra diversi circuiti e cellule. Per comprendere quali sono i trattamenti più efficaci dobbiamo capire quali sono i meccanismi che causano queste malattie, e per studiarli non possiamo usare modelli semplici alternativi come sistemi in vitro ma abbiamo la necessità di studiare direttamente la complessità del cervello. Questo non sarebbe possibile senza i modelli animali».

Qui il programma completo dell’evento.

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