Anche Research4Life ha aderito alla campagna della European Animal Association Be Open About Animal Research Day: una giornata in cui, attraverso interviste e interventi sui social media, il mondo della ricerca ha potuto raccontare diversi aspetti del lavoro che coinvolge gli animali, evidenziando il ruolo fondamentale della trasparenza e dell’apertura nei confronti del pubblico e dei media perché la società possa essere consapevole e conoscere questa realtà
È da poco trascorso il Be Open About Animal Research Day (BOARD23), la campagna social promossa il 15 giugno dalla European Animal Association (EARA) dedicata a promuovere la trasparenza sul tema della sperimentazione animale. Per 24 ore, la comunità scientifica internazionale ha condiviso il proprio lavoro, raccontando con video, dichiarazioni e webinar i diversi aspetti dell’impiego di animali in ricerca: perché sono necessari, come ne viene garantito il benessere e, soprattutto, perché è importante parlarne e far conoscere al pubblico questa realtà.
Anche noi, come Research4Life, abbiamo partecipato alla campagna, con una dichiarazione del nostro portavoce Giuliano Grignaschi: «La conoscenza è il primo passo verso la comprensione. È questo il principio in base cui opera Research4Life, la piattaforma multi-stakeholder dedicata alla comunicazione sul tema dell’uso degli animali in ricerca. Attraverso articoli, interviste e approfondimenti facciamo del nostro meglio per far conoscere, capire e comunicare cosa significhi questo tipo di ricerca e perché è importante in campo biomedico; ed è per questo che sosteniamo pienamente la campagna BOARD2023 e i suoi principi di apertura e trasparenza».
Inoltre, Nicola Simola, dell’Università di Cagliari, ente patrocinante di Research4Life, ha condiviso in un’intervista la propria esperienza sulla comunicazione in tema di sperimentazione animale, evidenziando alcune delle difficoltà che ancora la comunità scientifica si trova ad affrontare. «Molte persone non sono pienamente consce del fatto che il modello animale risulta ancora oggi imprescindibile per studiare processi fisiologici e patologici che non sono altrimenti riproducibili», spiega Simola nel video. «Pertanto, è fondamentale che i ricercatori che svolgono ricerca sui modelli animali informino in maniera chiara la popolazione circa il tipo di procedure che vengono impiegate e la loro importanza, per garantire l’avanzamento delle conoscenze».
La campagna BOARD 2023 appare particolarmente importante dopo la recente audizione al Parlamento europeo dell’iniziativa Save Cruelty Free Cosmetics – Commit to a Europe without Animal Testing (ne abbiamo parlato qui). È stata infatti un’occasione per far sentire la voce del mondo scientifico, promuovendone al contempo la trasparenza e il dialogo con il pubblico, per far sì che la realtà della sperimentazione animale sia quanto più possibile accessibile a tutti, anche per chi non lavora nei laboratori o negli stabulari.
Peraltro, pochi giorni dopo la campagna è stato pubblicato il primo report annuale del Transparency Agreement on Animal Research dei Paesi Bassi. Il Transparency Agreement on Animal Research rappresenta un accordo nazionale in base al quale l’ente che lo sottoscrive si assume l’impegno di trasparenza in merito all’uso degli animali a fini scientifici. Prevede, in particolare, la chiarezza sul dove, come e perché vengono impiegati gli animali; il fornire informazioni adeguate ai media e al pubblico generale sulle condizioni nelle quali gli animali sono impiegati e i risultati ottenuti; la promozione d’iniziative volte ad accrescere la conoscenza e la comprensione della società sulla ricerca sui modelli animali (per esempio open lab, diffusione di articoli e altri materiali comunicativi, pagine dedicate sui siti istituzionali, eccetera) e infine, appunto, la pubblicazione di un report annuale.
I Paesi Bassi, che hanno firmato l’accordo nel 2021, sono uno degli otto Paesi europei ad averlo adottato; si aggiunge inoltre, al di fuori dell’Europa, la Nuova Zelanda (qui la lista completa). All’elenco manca ancora, purtroppo, l’Italia. «La trasparenza dovrebbe essere alla base di ogni nostra decisione, tanto più quando si tratta di temi delicati, che coinvolgono il benessere di altre specie ma anche quello delle persone malate che possono beneficiare della ricerca scientifica», commenta Grignaschi. «Per questo, come Research4Life, promuoviamo pianamente l’adesione anche dell’Italia al Transparency Agreement on Animal Research, che rappresenta uno strumento da una parte di stimolo, per gli enti scientifici, a condividere il proprio lavoro e, dall’altra, di conseguenza, per la società di poter conoscere e comprendere il ruolo della ricerca – e degli animali che ancora deve usare – per il benessere, umano e spesso degli animali stessi. Al contempo, solo una vera apertura e trasparenza verso il pubblico possono garantirci di ottenerne la fiducia: è chiaro che, se il mondo della ricerca scientifica rimane chiuso in sé stesso, la diffidenza aumenta. Purtroppo, nel nostro Paese vi è ancora una certa titubanza a sottoscrivere questo accordo. Ritengo che ciò dipenda dal timore, ancora forte, che si verifichi una sorta di “caccia alle streghe”: ricercatori e ricercatrici infatti si sentono ancora poco tutelati nel loro lavoro, e purtroppo molti esempi recenti ci mostrano come non siano infrequenti minacce e accuse che possono causare danni e ritardi significativi alle attività di ricerca».
«D’altronde, che in Italia la percezione nei confronti della sperimentazione animale sia ancora ostile è dimostrato anche da come abbiamo recepito la Direttiva Europea in merito alla tutela degli animali utilizzati in ricerca», conclude Grignaschi. «Infatti, sebbene quella UE sia una delle legislazioni più avanzate al mondo il merito alla tutela del benessere degli animali, in Italia è stata recepita in maniera scorretta e restrittiva: al momento, infatti, la legge che la recepisce vieta l’uso del modello animale per la ricerca sulle sostanze d’abuso (che comprendono ogni molecola in grado di raggiungere l’encefalo, compresi dunque molti farmaci oncologici e analgesici) e gli xenotrapianti d’organo. Anche in questo senso, una corretta informazione è fondamentale affinché queste decisioni possano essere prese in modo coerente, tanto dal punto di vista etico quanto da quello scientifico, e non solo sulla base dell’emotività».